Il progetto

La risposta dei Nassar all’ingiustizia dell’occupazione non è la violenza, non è il vittimismo e non è la fuga, ma consiste nell’affrontare in modo non-violento mediante il progetto Tenda delle Nazioni: trasformando il dolore e farlo divenire una forza costruttiva che porti ad un futuro migliore sotto lo slogan:

“We refuse to be enemies”

ci rifiutiamo di essere nemici”. La famiglia Nassar si rifiuta di rientrare nel circolo vizioso della categoria di odio culturale, religioso ed etnico. Si rifiuta di essere definita nemico e considerata come un riflesso stereotipato di una società faziosa, di un popolo che rivendica con la forza e con la violenza il diritto alla terra che gli è stato tolto.

Non ha in animo un sentimento di inimicizia, nemmeno nei confronti di chi sradica le piantagioni, avvelena gli animali o impedisce illegalmente lo sviluppo della fattoria con nuove costruzioni. In questo contesto la famiglia Nassar promuove l’educazione al dialogo tra persone di diverse culture, nazioni e religioni, prepara vie di pace e ponti tra la terra e le persone. È in questo contesto che emerge la speranza energica e viva di Daoud Nassar, che tocca profondamente chiunque ha la possibilità di conoscerlo.

Coerentemente con questa visione, da tempo attorno a Tent of Nations si è costituita un’estesa rete internazionale di persone che cercano assieme di costruire ponti di relazione in Palestina.

La sopravvivenza della fattoria è legata al lavoro che viene realizzato nella collina e questo Daoud Nassar lo sa bene. Per questo motivo permette a volontari, gruppi o singoli individui, di vivere un’esperienza diretta nella sua fattoria. In questo contesto anche il più piccolo degli aiuti è importante, sia per il sostentamento dei progetti di Tent of Nations, sia per l’esperienza profonda e di crescita vissuta da ogni individuo che entra in contatto con la fattoria. Quest’ultima in passato ha spesso subito la devastazione delle piantagioni, ma da quando il progetto ha preso vita nel 2002 e con l’arrivo dei volontari stranieri, le incursioni dei coloni israeliani sono sensibilmente diminuite.

La collina può essere preservata solo grazie alla presenza continuativa in loco di volontari stranieri. La fattoria è strutturata per offrire in tutto l’arco dell’anno vitto, alloggio e servizi..

Dietro ad un grande progetto ci sono sempre obiettivi ambiziosi:

  • Affrontare i conflitti e le contraddizioni culturali, aprendo Tent of Nations alla visita di persone provenienti da ogni parte del mondo;
  • Realizzare una fattoria a gestione completamente indipendente, sviluppando tecniche agrarie ecosostenibili e realizzando, proprio in fattoria, un centro educativo e di formazione professionale, aperto a persone locali e internazionali;
  • Divulgare e sensibilizzare la collettività sul progetto Tent of Nations, attraverso incontri, conferenze e workshop, come segno e testimonianza di un’altra forma di salvaguardia dei principali diritti umani, pacifica e resiliente. Raccontare la storia della famiglia Nassar di Betlemme nelle proprie comunità di appartenenza, associazioni, parrocchie, comuni e città, creando così un circolo virtuoso internazionale di vicinanza e supporto.