Siamo nel West Bank in Area C, su una collina situata tra Betlemme ed Hebron. Attorniata dagli insediamenti israeliani e dal muro di separazione, a contatto con illegalità e interreligiosità, si trova la fattoria della famiglia Nassar, agricoltori cristiani. In essa si instaurano relazioni con i vicini palestinesi e israeliani, musulmani ed ebrei, trasformando la propria abitazione in un luogo di incontro e di dialogo.
Nel 1916 la famiglia Nassar acquista la terra, sottoscrivendo un atto che ne attesta ufficialmente il possesso. Le successive generazioni, nel susseguirsi delle diverse occupazioni, continuano a coltivare e a convivere pacificamente mantenendo aggiornata la validità dei documenti di proprietà.
Negli anni ’90 il governo israeliano dichiara che il terreno della famiglia Nassar e quello limitrofo sono di proprietà dello Stato d’Israele. La famiglia Nassar, in possesso dei contratti attestanti la proprietà della terra, chiede aiuto al tribunale aprendo una diatriba che, tra mille vicissitudini, si trascina negli anni e che purtroppo ad oggi è ancora in corso. Nel frattempo gli insediamenti israeliani attorno si moltiplicano, vengono aperte strade accessibili ad essi chiudendo nel contempo la viabilità locale ai palestinesi. Implicito incentivo a trasferirsi altrove.
Tent of Nations
Aggrappata alle vie della legalità, la famiglia Nassar fino ad oggi è riuscita a fermare i progetti di distruzione della fattoria. Finora, a nulla sono servite le molteplici iniziative intimidatorie da parte dell’occupazione: divieto di costruire nella fattoria, di fabbricare sistemi di canalizzazione dell’acqua e di portare energia elettrica. Anche la strada di accesso alla fattoria è stata bloccata da grandi massi, nonché istituito un divieto di rimozione degli stessi. Il lavoro in fattoria, seppur tra mille difficoltà, continua: per la coltivazione delle piante si raccoglie l’acqua piovana in cisterne, mentre per l’uso domestico viene acquistata. L’elettricità viene ottenuta tramite l’installazione di alcuni pannelli solari, effettuata grazie alle preziose donazioni di volontari stranieri.